lunedì 28 maggio 2012

tutto cambia nulla cambia

Sono trascorsi quattro anni e sembra che sia passato solo un attimo. Ora si ricomincia, anche se nei ritagli di tempo (che saranno davvero pochi) e si continuerà a parlare non solo di cucina, ma anche di cucina.
Ci siamo lasciati a Bruxelles, ci ritroviamo in Italia, passando per le montagne afgane, e l'altopiano anatolico dove nulla è medio e tutto, ma proprio tutto, è generato e persiste nella contraddizione.

L'impatto è forte, la vita, specialmente nella capitale, relativamente semplice, l'inverno è molto freddo e l'estate molto calda: se nevica lo fa per mesi interi, se fa freddo non ci si limita ai -7, ma si arriva a - 21, se fa caldo si dorme sul pavimento, altrimenti è inutile affrontare la notte.
L'abbondanza la fa da padrona, lo spazio aperto anche. Se ci si siede a tavola si affrontano almeno dieci portate e si lascia sempre qualche cosa nel piatto, e se si affronta un viaggio per andare al mare ci si mette almeno sei ore, perchè la Turchia è tanta, in tutto.

lunedì 6 ottobre 2008

venerdì 26 settembre 2008

lunedì 22 settembre 2008

domenica 7 settembre 2008

domenica 24 agosto 2008

Hotel Hannon


Uno degli edifici fortunosamente sopravissuti alla barbara “brussellizzazione” è il magnifico Hotel Hannon, oggi sede di Contretype un centro di arte fotografica contemporanea conosciuto anche oltre i confini del plat pays.

Situato nell’angolo tra Av. de la Jonction et Av. Brugmann, questo bellissimo esempio d’art nouveau, progettato dall’architetto Brunfaut, non può passare inosservato neppure al più distratto dei passanti. Con soli due euro e cinquanta, si può varcare la soglia del portone in legno per visitare sia l’interno del palazzo che l’eventuale esposizione di fotografia in corso. L’entrata è magnificente – Monsieur Hannon non ha certamente badato a spese – con un imponente affresco bucolico di Emile Baudouin che ricopre tutta la parete della scala e il soffitto “a cupola” anch’esso rigorosamente decorato.
Le vetrate del giardino d’inverno, dove ora si trova un piccolo café, sono mozzafiato così come quelle del fumoir al primo piano. Sia le une che le altre sono state realizzate da Evaldre, un discepolo di Tiffany. Dall’alto merita uno scatto il mosaico che decora il pavimento dell’entrata.

Per concludere la visita e ritornare dai primi del novecento ai nostri giorni ci si può trattenere nella saletta adiacente il café per sfogliare a proprio agio i cataloghi delle varie mostre allestite nel tempo in questo tempio dell’Art Nouveau ed eventualmente acquistarli. Non è per caso che questo edificio è diventato la sede di Contretype: Monsieur Hannon, oltre ad essere ingegnere alla Solvay, era un amante della fotografia. Alla sua morte, in questa casa, ha lasciato un vastissimo archivio fotografico, successivamente recuperato dal comune di Saint-Gilles, attuale proprietario dell’hotel.

foto: (c) ipb

giovedì 26 giugno 2008

"Les deux Paons": Café Art Nouveau

Durante una pigra passeggiata a Saint-Gilles, mi sono imbattuta in un minuscolo gioiello che non è ancora comparso in nessuna guida turistica della città: ecco che per la prima volta da quando vivo a Bruxelles ho provato il senso del possesso nei confronti di un luogo. L’occasione dei “Parcous d’artistes” mi ha aiutato a superare il blocco e ha condividere il mio segreto con amici cari. Ma sino ad oggi mi sono ben guardata dal divulgare la notizia ad un vasto pubblico.
Ora credo sia giunto il tempo che tutti possano godere di qualche piacevole ora trascorsa a “
Les deux Paons”, minuscolo café di 25 m2, tempio dedicato all’art nouveau dove tutto – dal liquore alla violetta, alle fotografie, dall’autentico sevizio in porcellana ai sacchetti di te in lino di “Mariage Frères” – riporta alla Belle Epoque.
E’ un luogo “diverso” perché concepito e realizzato con amore e dedizione dalla proprietaria, Olivia Delwart, che qualche anno fa si è innamorata della vetrina dell’edificio art nouveau, al 77 di rue d’Albanie e ha deciso di darle nuova vita, renderle il prestigio che meritava e che certamente aveva conosciuto di qui a cento anni fa. Olivia, ha studiato tutto nei minimi particolari: per due anni ha progettato come decorare l’interno – all’esterno ci aveva già pensato François Hemelsoet intorno nei primi del ‘900 – ha raccolto servizi, lampade, fotografie e cartoline, cornici e tovaglie nelle brocantes di Bruxelles e dintorni, e ha aperto il suo scrigno non più di due anni fa.
D’inverno, in una giornata piovosa è un vero piacere, l’ambiente è caldo e intimo: si può leggere nella calma circondati da non più di due o tre altri lettori. D’estate si può godere del sole seduti in uno dei tre tavolini ordinatamente disposti sul marciapiede. Vero motivo di orgoglio della proprietaria è la toilette che proprio lei consiglia di fotografare.


foto:(c) ipb