venerdì 23 maggio 2008

Le bizarre Bazaar

Nel caratteristico quartiere delle Marolles, in una delle viuzze laterali di rue Haute, di fronte al mulares di Quick e Flupke, un edificio a scacchi bianchi e neri attira l'attenzione per lo stile eccentrico ed estraneo al quartiere degli antiquari e dei bohemiens della zona. E' lì che si trova il celeberrimo Le Bazaar ristorante, bar, nightclub, conosciuto principalmente per la mongolfiera del Barone di Muchausen che vola sopra al bar. In realtà, appena entrati si potrebbe rischiae di inciampare nella lampada di Aladino o di incontrare Alì Baba e i quaranta ladroni, specialmente quando si ha la fortuna di assistere ad alla performance di Ghalia Benali , vera e propria Shahrazàd dei nostri giorni. La luce è soffusa, le candele e i rami illuminati di un albero rendono l’ambiente intimo ed accogliente, e un enorme orologio ci ricorda che alle 11.00 si aprono le danze al secondo piano, ricavato dalla cantine di un antico monastero dei frati cappuccini. La padrona di casa, Nadia Bekkali, ha il sorriso accogliente e la risata sonora di chi ama la vita. E’ assai gradevole scambiare due parole con lei: non appena ha modo di sedersi, si intrattiene a conversare con amabilità anche con i nuovi avventori e raccontare la storia della mongolfiera caduta dal cielo proprio su quel bar in rue de Capucins 63... e ci si ritrova a bocca aperta ad ascoltarla con incredula attenzione.
Gli eventi e le serate speciali sono numerosi e sempre all’insegna della commistione di culture, l’ospitalità calda come il sole del Maghreb!


foto: (c)
Bazaar

martedì 20 maggio 2008

"Parcours d'artistes 2008" o di come si promuove l'arte

Apparentemente, il 2008 è l’anno degli anniversari a Bruxelles. l’Atomium compie cinquant’anni, René Magritte ne compirebbe ben 110 (in autunno si festeggierà con l’apertura di uno spazio interamente dedicato all’artista all’interno del Musée des Beaux Arts), e i Parcurs d’artistes, a Saint-Gilles, festeggiano il primo ventennio di vita. Si tratta di una mini-biennale d’arte che si svolge unicamente nel quartiere di Saint-Gilles: tutte le gallerie d’arte private e pubbliche, gli atelier d’artisti, alcune case private, i numerosi centri culturali, l’accademia di belle arti, la biblioteca di quartiere, la Maison du Peuple, alcuni café e ristoranti, aprono i battenti e ospitano chi è interessato a scoprire, non solo il quartiere, ma anche la produzione artistica di chi lo abita e anima. Ci si munisce di kit presso l’Hotel de Ville in Place Van Meenen, e si inizia il percorso, cartina e catalogo alla mano, seguendo il sentiero segnato da macchie colorate sulle finestre, le porte, e le soglie degli atelier che partecipano alla manifestazione. Sabato è prevista la serata di chiusura con festa al Parvis. Dicono che non si possa mancare. (http://www.parcoursdartistes.be/)

sabato 10 maggio 2008

Nel giardino del Re: le serre di Laken

Seppur ben curato e di tutto rispetto, il minuscolo giardino botanico di Ginevra non ha nulla a che vedere con le magnificenti serre di re Leopoldo II. Che sia regale il progetto architettonico concepito niente-popò-dimeno che dal maestro di Horta, l’architetto Alphonse Balat, non vi è alcun dubbio: basta un colpo d’occhio per apprezzare la grandiosità dell’opera interamente realizzata in vetro e ferro; che siano regali e rare le numerose specie di piante esotiche collezionate per volontà del sovrano non vi è alcun dubbio: basta soffermarsi un attimo nel giardino d’inverno alzare lo sguardo verso gli esemplari di palme che risalgono alla collezione originaria dei tempi del sovrano; ma la regalità sta anche nell’eccezionalità dell’evento: le visite alle serre di Laeken sono permesse solamente una volta all’anno, all’inizio della primavera, tra la fine di aprile e l’inizio di maggio.

E’ un evento molto atteso dai belgi e dai non-belgi che abitano Bruxelles e, considerato il numero di visitatori di quest'anno (ben 100 000), credo che i giardini del Re siano conosciuti anche al di fuori dei confini patri. La visita al tramonto è molto suggestiva, anche se la collezione di camelie e i corridoi tappezzati di tutte le più svariate specie di fucsia potrebbero essere ancor più sorprendenti alla luce del primo sole. Sia la sera che la mattina, si consiglia di arrivare di fronte ai cancelli del palazzo reale almeno una ventina di minuti prima dell’apertura.
foto: (c) ipb

giovedì 1 maggio 2008

Stam...quoi? Ah, le stamcafé!

En Italie on entre dans le bar, on commande un espresso, on reste début en face du comptoir, on regard si il ya quelqu’un qu’on connaît et avec qui échanger un «buongiorno, come va», on feuillette le journal, on boit tout d’un coup notre espresso, on paye et on part. Le rite est consommé en vitesse, même ce ça donne quand même un plaisir dont on preuve nostalgie quand on part ailleurs. Ici dans le Nord, la liturgie de la tasse de café s’exerce avec beaucoup plus de douceur, en restant assis avec un livre où un cahier sur lequel dessiner, écrire, composer, en attendent que le café soit servi. La sacralité du rite est bien évidement lié à l’endroit où on consomme le plaisir de la caféine, de la convivialité ou de la lecture. Si vous demandez, dans votre entourage d’amis bruxellois, chacun d’eux à son stamcafé à lui ou à elle - cet à dire, son café préféré. Pour ce qui me concerne, j’ai trouvé mon abri dans le coin entre rue de Roumanie et Place Morichar, chez Terra Incognita. (rue de Romanie 56, 1060, Saint-Gilles) qui parait être le cour pulsante de Saint-Gilles.
Endroit ni trop grand ni trop petit, restauré avec bon gout et sans trop de prétentions, où on y peut encore rencontrer les vrais bruxellois et les vrais st-gilloises qui vers 7.00 se retrouvent pour boire un verre et faire un brin de causette. Le dimanche soir, en hiver, l’ambiance est vraiment chaleureux.
(Terra Incognita fait partie de Parcours d’Artistes 2008)
foto ©: ipb