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sabato 10 maggio 2008

Nel giardino del Re: le serre di Laken

Seppur ben curato e di tutto rispetto, il minuscolo giardino botanico di Ginevra non ha nulla a che vedere con le magnificenti serre di re Leopoldo II. Che sia regale il progetto architettonico concepito niente-popò-dimeno che dal maestro di Horta, l’architetto Alphonse Balat, non vi è alcun dubbio: basta un colpo d’occhio per apprezzare la grandiosità dell’opera interamente realizzata in vetro e ferro; che siano regali e rare le numerose specie di piante esotiche collezionate per volontà del sovrano non vi è alcun dubbio: basta soffermarsi un attimo nel giardino d’inverno alzare lo sguardo verso gli esemplari di palme che risalgono alla collezione originaria dei tempi del sovrano; ma la regalità sta anche nell’eccezionalità dell’evento: le visite alle serre di Laeken sono permesse solamente una volta all’anno, all’inizio della primavera, tra la fine di aprile e l’inizio di maggio.

E’ un evento molto atteso dai belgi e dai non-belgi che abitano Bruxelles e, considerato il numero di visitatori di quest'anno (ben 100 000), credo che i giardini del Re siano conosciuti anche al di fuori dei confini patri. La visita al tramonto è molto suggestiva, anche se la collezione di camelie e i corridoi tappezzati di tutte le più svariate specie di fucsia potrebbero essere ancor più sorprendenti alla luce del primo sole. Sia la sera che la mattina, si consiglia di arrivare di fronte ai cancelli del palazzo reale almeno una ventina di minuti prima dell’apertura.
foto: (c) ipb

martedì 29 aprile 2008

Coup de coeur # 1: l'incrocio a stella di Carlo il re


Di incroci a stella a Bruxelles ce ne sono numerosi, ma quello in cui convergono Chausée de Charleroi, rue Moris, rue de la Victoire, rue Dafacqaz, e rue de l’Aqueduc sprigiona un fascino senza pari. Sarà per il volto sorridente del sempreverde omino Cocacola che ammicca dall’alto di una casa fatiscente, sarà la rete dei cavi dell’81 del 97 e del 94, saranno i lampioni dal chiaro richiamo art nouveaux, o l’incessante passaggio di studenti indaffarati e urlanti, bambini appena usciti da scuola con i genitori per mano, o l’insieme di tutti questi elementi raggruppati in solo incrocio di strade, di rotaie, di fili, di energie, di persone di ogni genere e tipo, razza e colore, che qualche volta – incrociando lo sguardo – non temono di offrire un sorriso, sarà o non sarà, sta di fatto che aspettando a qualsiasi dei dodici semafori (!) dell’incrocio, non ci si stanca mai di osservare la vita brussellese nel suo scorrere quotidiano.
foto: (c) ipb

venerdì 25 aprile 2008